Guida alle comunità energetiche rinnovabili
Piccole e Medie Imprese, grandi energie.
Il presente documento sintetizza lo stato dell'arte delle configurazioni per l'autoconsumo diffuso con un focus operativo sulle Comunità Energetiche Rinnovabili che da un lato rappresentano uno strumento di ottimizzazione dei consumi energetici a livello locale, dall'altro aprono importati prospettive di coesione sociale e valorizzazione della cooperazione all'interno delle comunità di cittadini e possono essere uno strumento di mitigazione della povertà energetica.
Nel capitolo iniziale si presenta un quadro complessivo delle configurazioni per l'autoconsumo diffuso, a seguire si approfondisce l'analisi delle CER e degli autoconsumatori individuali di energia rinnovabile che rappresentano le
configurazioni in cui utilmente possono partecipare le imprese.
Nel presente documento si descrive una situazione in evoluzione. Nel momento in cui si intenda intraprendere il percorso di realizzazione di una delle configurazioni qui descritte è essenziale verificare la coerenza di quanto qui riportato con l'evolversi ed il definirsi dello stato normativo.
In generale si ritiene lo strumento normativo un deciso passo avanti nella gestione efficiente dell'infrastruttura nazionale di distribuzione dell'energia elettrica con importanti vantaggi dal punto di vista anche della sicurezza energetica grazie
alla generazione distribuita.
In quest'ottica, l'incentivo economico previsto per alcune configurazioni previste del TIAD, rappresenta ad oggi un valido sistema di focalizzazione di un pubblico decisamente più ampio che in passato sulla questione della gestione sostenibile dell'energia distribuita senza però il rischio di attrarre movimenti speculativi dato che i maggiori benefici deriva appunto da un corretto dimensionamento degli interventi sull'effettivo profilo di consumo degli aderenti.
Questo lavoro realizza un quadro esaustivo della normativa allo stato attuale e in previsione dei decreti attuativi che potrebbero modificarne prevedibilmente ma senza certezza alcuni contenuti segnalati nella trattazione.
1.2.1 Contesto europeo
Attualmente la legislazione che regola i fenomeni delle comunità energetiche e dell'autoconsumo collettivo risponde a livello europeo alla direttiva RED II (Renewable Energy Directive 2018/2001) e alla IEMD (Directive on Common rules for the internal market for electricity 2019/94), le due direttive più importanti che hanno seguito il CEP, Clean Energy for all European Package, documento che promuove la transizione verso un sistema energetico decentralizzato, in cui i consumatori finali svolgono un ruolo attivo.
La Direttiva RED II ha come scopo principale l'aumento della quota dell'energia prodotta da fonti rinnovabili nell'Unione Europea e l'incremento del coinvolgimento da parte dei cittadini verso i progetti di nuovi impianti rinnovabili.
La Direttiva pone perciò un vincolo alla tipologia di impianti che faranno parte delle nuove configurazioni da essa definite, i quali potranno essere solo impianti alimentati da fonti rinnovabili.
Altro obiettivo cardine della Direttiva è quello di affrontare il problema della povertà energetica, incentivando l'inclusione dei clienti vulnerabili nel percorso verso la transizione energetica.
All'interno di questa direttiva sono state definite:
- le <> (REC, Comunità di energia rinnovabile);
- i <> (autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente).
La Direttiva IEM ha invece come scopo principale quello di adattare il mercato elettrico dell'Unione Europea ai cambiamenti tecnologici e strutturali in atto in questi anni. Le configurazioni introdotte perciò si riferiscono solo alla produzione e scambio di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili o tradizionali.
All'interno di questa direttiva viene fornita la definizione di:
- <> Citizen Energy Community (Comunità energetica di cittadini)
- <> (clienti attivi che agiscono collettivamente).
La corposissima guida di Unioncamere continua nel PDF
configurazioni in cui utilmente possono partecipare le imprese.
Nel presente documento si descrive una situazione in evoluzione. Nel momento in cui si intenda intraprendere il percorso di realizzazione di una delle configurazioni qui descritte è essenziale verificare la coerenza di quanto qui riportato con l'evolversi ed il definirsi dello stato normativo.
In generale si ritiene lo strumento normativo un deciso passo avanti nella gestione efficiente dell'infrastruttura nazionale di distribuzione dell'energia elettrica con importanti vantaggi dal punto di vista anche della sicurezza energetica grazie
alla generazione distribuita.
In quest'ottica, l'incentivo economico previsto per alcune configurazioni previste del TIAD, rappresenta ad oggi un valido sistema di focalizzazione di un pubblico decisamente più ampio che in passato sulla questione della gestione sostenibile dell'energia distribuita senza però il rischio di attrarre movimenti speculativi dato che i maggiori benefici deriva appunto da un corretto dimensionamento degli interventi sull'effettivo profilo di consumo degli aderenti.
Questo lavoro realizza un quadro esaustivo della normativa allo stato attuale e in previsione dei decreti attuativi che potrebbero modificarne prevedibilmente ma senza certezza alcuni contenuti segnalati nella trattazione.
1.2.1 Contesto europeo
Attualmente la legislazione che regola i fenomeni delle comunità energetiche e dell'autoconsumo collettivo risponde a livello europeo alla direttiva RED II (Renewable Energy Directive 2018/2001) e alla IEMD (Directive on Common rules for the internal market for electricity 2019/94), le due direttive più importanti che hanno seguito il CEP, Clean Energy for all European Package, documento che promuove la transizione verso un sistema energetico decentralizzato, in cui i consumatori finali svolgono un ruolo attivo.
La Direttiva RED II ha come scopo principale l'aumento della quota dell'energia prodotta da fonti rinnovabili nell'Unione Europea e l'incremento del coinvolgimento da parte dei cittadini verso i progetti di nuovi impianti rinnovabili.
La Direttiva pone perciò un vincolo alla tipologia di impianti che faranno parte delle nuove configurazioni da essa definite, i quali potranno essere solo impianti alimentati da fonti rinnovabili.
Altro obiettivo cardine della Direttiva è quello di affrontare il problema della povertà energetica, incentivando l'inclusione dei clienti vulnerabili nel percorso verso la transizione energetica.
All'interno di questa direttiva sono state definite:
- le <
- i <
La Direttiva IEM ha invece come scopo principale quello di adattare il mercato elettrico dell'Unione Europea ai cambiamenti tecnologici e strutturali in atto in questi anni. Le configurazioni introdotte perciò si riferiscono solo alla produzione e scambio di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili o tradizionali.
All'interno di questa direttiva viene fornita la definizione di:
- <
- <
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Settori: Ambiente, Efficienza energetica industriale, Energia, Energy storage, Fotovoltaico, Rinnovabili, Smart City, Smart energy, Smart Grid
Parole chiave: Autoproduzione di energia, Comunità energetica rinnovabile, Consumi energetici, Rinnovabili
- Marco Bellini
- CTI - Comitato Termotecnico Italiano Energia e Ambiente
- Francesco Demetrio Minuto
- Veronique Mazza
- MASE - Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica
- E.ON Italia