Nel corso del 2020 sono proseguite via web le attività dell’ISO/TC 300 “Solid Recovered Fuels” e dei relativi Gruppi di Lavoro (GL). Gli esperti italiani, nominati dalla CT 283 ‘Energia da rifiuti’, hanno partecipato alle attività di normazione dei Combustibili Solidi Secondari – CSS (o SRF – Solid Recovered Fuels) – come sempre in prima linea e in particolare nel GL 1 “Terminologia”, GL 2 “Spe- cifiche e classificazione”, GL 4 “Prove meccaniche e fisiche” e GL 5 “Prove chimiche e determinazione del contenuto di biomassa”, l’unico GL coordinato e gestito dall’Italia. A questi si aggiungono il GL 3 “Metodi di campionamento e riduzione del campione” e il GL 6 “Sicurezza dei Combustibili Solidi Secondari”.
Giovanni Ciceri
- Mattia Merlini
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C’è la ISO/CD 21640 che stabilisce le regole per la classificazione e le specifiche dei combustibili solidi secondari. C’è la ISO/TR 21916 che ne fornisce i valori dei parametri di specifica per particolari utilizzi, come l’incenerimento e la gassificazione. C’è la ISO/CD 21644 che propone tre diversi metodi per la determinazione del contenuto di biomassa. E poi ci sono le norme tecniche e le linee guida nazionali che completano il quadro e che recentemente sono state sottoposte a revisione. Sono solo alcune delle norme sui combustibili solidi secondari (nel seguito CSS), ovvero dei combustibili ottenuti, mediante un trattamento meccanico, da rifiuti non pericolosi e preparati per essere avviati a recupero di energia in impianti di incenerimento o co-incenerimento.
- Mattia Merlini
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Era il 18 aprile 2016 quando esperti da tutto il mondo si riunirono per la prima volta a Helsinki per dare inizio alla normazione dei combustibili solidi secondari (CSS), conosciuti in ambito internazionale come solid recovered fuels (SRF). A distanza di poco più di due anni, i sei gruppi di lavoro costituenti l’ISO/TC 300 “Solid Recovered Fuels” sono ancora in piena attività per lo sviluppo di norme tecniche ISO che si occupano degli aspetti relativi a: terminologia e gestione della qualità (WG1), classificazione e specifiche (WG2), metodi di campionamento e riduzione del campione (WG3), prove fisiche e meccaniche (WG4), prove chimiche e determinazione del contenuto di biomassa (WG5) e sicurezza (WG6). Nella settimana dedicata alla normazione dei CSS, organizzata dall’RSE presso il GE Learning Center di Firenze, hanno partecipato per la prima volta Cina, Corea, Egitto e Canad
- Mattia Merlini
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Lo scorso settembre i massimi esperti di produzione di combustibili solidi secondari (CSS), conosciuti in ambito internazionale come solid recovered fuels (SRF), si sono dati appuntamento a Stoccolma per proseguire nell’attività normativa che sta portando all’elaborazione di un nutrito pacchetto di norme tecniche a livello ISO. L’organo tecnico predisposto per tale attività risiede nell’ISO/TC 300 ‘Solid recovered fuels’ che è stato appositamente strutturato per elaborare normativa tecnica su tematiche quali: terminologia e gestione della qualità (WG1), classificazione e specifiche (WG2), metodi di campionamento e riduzione del campione (WG3), prove fisiche e meccaniche (WG4), prove chimiche e determinazione del contenuto di biomassa (WG5) e sicurezza (WG6).
- Mattia Merlini
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- LA NORMAZIONE RIPARTE DA TOKYO - CLASSIFICAZIONE E SPECIFICHE - CAMPIONAMENTO - PROVE CHIMICHE E CONTENUTO DI BIOMASSA - LA PLENARIA DELL’ISO/TC 300 - AGGIORNAMENTO DAL TERRITORIO A Tokyo si è svolto u incontro nell’ambito della nuova commissione tecnica ISO (ISO/TC 300 ‘Solid Recovered Fuels’) che normerà a livello internazionale i CSS (Combustibili Solidi Secondari). I paesi coinvolti in questa specifica attività ISO stanno già fornendo nuovi elementi che direttamente o indirettamente potrebbero cambiare significativamente lo status normativo. Grazie al Vienna Agreement, ovvero la cooperazione tra ISO e CEN, le future norme tecniche sui CSS diventeranno un riferimento per il mercato mondiale e di conseguenza anche per il mercato italiano.
- Giovanni Ciceri
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Con questo dossier si affronta il tema dei combustibili derivati dai rifiuti (CSS) per il quale il CTI ha lavorato e lavora molto sul piano della normativa tecnica e che è strettamente collegato al tema della produzione di energia dai rifiuti. Come è relativamente noto il termine CSS dovrebbe essere l’unico ad essere utilizzato a livello nazionale, nonostante si faccia riferimento a una moltitudine di acronimi e definizioni che contribuiscono a creare una certa confusione anche tra gli operatori del set- tore, istituzioni e organi di controllo inclusi (ed è per questo motivo che riserviamo in questo dossier uno specifico intervento proprio su questa tematica).
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