Una problematica, oggi dibattuta, è se l'idrogeno possa giocare o meno un ruolo in alcuni settori interessati dalla transizione energetica. L'idrogeno non è praticamente presente in natura allo stato libero; non può quindi essere considerato tra i combustibili disponibili in quanto deve essere prodotto utilizzando una fonte primaria di energia, che può essere di tipo fossile o rinnovabile.
Franco Donatini
- Franco Donatini, Già responsabile Politiche di Ricerca e Sviluppo Rinnovabili di ENEL
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La cattura dell'anidride carbonica emessa dagli impianti di generazione elettrica e da altre produzioni industriali, unita al suo riuso e/o il suo confinamento in serbatoi geologici, cosiddetto CCUS (Carbon Capture Use and Sequestration), ha avuto il maggior sviluppo nella prima decade degli anni duemila, per poi subire un rallentamento nel secondo decennio fino al 2017. Oggi, le strutture impiantistiche dedicate al CCUS in tutto il mondo hanno la capacità di catturare più di 40 Mt di CO2 ogni anno.
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In ambito europeo lo scorso 21 aprile è stato raggiunto l'accordo, tra il Parlamento e gli Stati membri, di riduzione delle emissioni di gas serra di almeno il 55 per cento entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990, recepito nella Legge sul clima e quindi vincolante per i 27 stati, con l'obiettivo di raggiungere l'annullamento delle emissioni al 2050. La riduzione del 55 per cento entro il 2030 ci consentirebbe di rispettare gli obiettivi dell'Accordo di Parigi sul clima, mantenendo l'aumento della temperatura media terrestre al di sotto di 1,5 gradi centigradi rispetto ai livelli preindustriali, condizione ritenuta compatibile per la vita futura dell'umanità.