La nuova Strategia Energetica Nazionale riconosce alle fonti rinnovabili e alle biomasse una giusta importanza per produrre energia nel rispetto di clima e ambiente. La definizione della SEN è avvenuta attraverso una consultazione ampia che ha coinvolto gli organi istituzionali competenti, le imprese, gli esperti e i cittadini. Il dibattito su energia e sostenibilità si evolve coinvolgendo il settore primario nell’imprescindibile processo di graduale decarbonizzazione dell’economia.
M. Monni
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L’elemento attorno a cui occorre far ruotare tutte le grandi sfide innovative del futuro è l’imperativo categorico dei 2° C da non sforare. La lotta contro il tempo (in senso cronologico) e contro il maltempo (in senso climatico) sarà lo stimolo per progettare nuove forme di economia più rispettose dell’ambiente e dell’equità sociale, da subito e ovunque. Necessariamente i principi della sostenibilità dovranno entrare nell’agenda politica, nel pensiero scientifico, nei processi produttivi e nelle scelte dei consumatori. Rimanere indietro rispetto all’onda montante dell’economia circolare è un rischio che non si può correre a nessun livello, anche in quegli ambiti dove tradizionalmente si è sempre guardato agli interessi economici immediati.
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Nell’ormai lontano 2010, il Ministero dello Sviluppo Economico del nostro Paese, elaborò – in conformità alla Direttiva Europea 2009/28/CE – quello che gli addetti ai lavori conoscono come PAN ovvero il “Piano d’Azione Nazionale per le energie rinnovabili dell’Italia”. Con tale documento strategico venivano definite le principali linee di azione per conseguire obiettivi ben precisi al 2020 per la produzione di quote consistenti di energia elettrica, termica e carburanti da tutte le fonti alternative a quelle fossili.