AI per l'Efficienza Energetica nelle Aziende: strategia chiave per la sostenibilità e la competitività
Luca Rubini - mcTER
Per motivi ambientali o economici, l'efficienza energetica è una delle tematiche più rilevanti nel contesto economico ed industriale contemporaneo.
Se è vero che le Green Challenge costituiscono una spinta importante, non sono l'unico motivo per perseguire la sostenibilità della produzione.
E' noto come i costi energetici nell'ultimo triennio abbiano subito aumenti di notevole entità in modo repentino e non programmabile, in quanto legati ad equilibri che per decenni erano apparsi consolidati, ma che non lo sono affatto: una guerra o l'elezione di un presidente degli States possono provocare fluttuazioni improvvise del mercato dell'energia e, quindi riverberare negativamente sui costi operativi di un'azienda.
Il mondo produttivo può rispondere a questo stato di incertezza in vari modi. Può cambiare la sua produzione a favore di qualcosa di meno energivoro oppure, più semplicemente e spesso con investimenti non imponenti, migliorare l'efficienza energetica, vale a dire diminuire la quantità di energia che occorre per il singolo prodotto o servizio e mettersi in una situazione di maggiore competitività e di minore sensibilità rispetto alle variazioni del mercato dell'energia.
Per questo traguardo, i passaggi da compiere sono diversi. In Italia sono diventate obbligatorie le diagnosi energetiche aziendali a seguito della Direttiva Europea 2012/27/UE sull'efficienza energetica, che ha imposto agli Stati membri di adottare misure per migliorare l'efficienza energetica nei settori pubblici e privati.
In Italia, queste disposizioni sono state recepite dal Decreto Legislativo 102/2014, che ha stabilito gli obblighi di diagnosi energetica per le imprese di grandi dimensioni. Il primo obbligo imponeva di realizzare la diagnosi entro il 5 dicembre 2015.
Per molte aziende, quella è stata la prima occasione di individuare i punti del processo produttivo più critici e suscettibili di miglioramento. Il documento di diagnosi si concludeva proprio con l'indicazione dei miglioramenti più evidenti e consistenti che era possibile attuare e con la valutazione dei relativi costi e analisi economiche.
Ogni quattro anni la diagnosi va ripetuta per verificare la possibilità di nuovi miglioramenti e dal 1° gennaio 2018 sono stati resi obbligatori per le imprese energivore anche monitoraggi dei consumi energetici.
A questo punto, per chi è stato al passo e ha eseguito gli interventi migliorativi "basilari", si è aperta una strada ancora più allettante: l'Intelligenza Artificiale.
L'AI può giocare un ruolo fondamentale nel migliorare l'efficienza energetica di un'azienda, grazie alla sua capacità di analizzare grandi quantità di dati, fare previsioni precise e ottimizzare processi in tempo reale.
Qualche esempio. L'AI può essere utilizzata per monitorare e controllare i consumi energetici in tempo reale, ottimizzando l'uso dell'energia in base a variabili come la domanda di produzione e la disponibilità di risorse rinnovabili, ma può anche prevedere i picchi di domanda energetica, ottimizzando la distribuzione e riducendo il rischio di sprechi.
Può regolare automaticamente i sistemi di climatizzazione per adattarli dinamicamente ai cambiamenti nelle condizioni ambientali o nella densità di occupazione degli spazi.
Oppure, può gestire l'illuminazione in modo intelligente, accendendo o spegnendo le luci in base alla presenza di persone, all'intensità della luce naturale e all'orario del giorno o in base alle attività specifiche che si stanno svolgendo in una stanza o in un'area dell'azienda, garantendo al contempo un livello di illuminazione ottimale.
In modo ancora più stupefacente, l'AI può regolare i processi di produzione in modo da consumare meno energia nei momenti di bassa domanda, pianificando i carichi produttivi in base alla disponibilità di energia rinnovabile (ad esempio, quando c'è più sole per i pannelli solari) e, se l'azienda utilizza sistemi di accumulo di energia (BESS), può ottimizzare il momento in cui caricare e scaricare le batterie in modo da ridurre i costi energetici e migliorare l'efficienza complessiva.
Ultimo aspetto, ma non per importanza, l'AI può alimentare dashboard e report che forniscono una visione chiara dei consumi energetici, individuando aree di inefficienza e suggerendo possibili miglioramenti.
In conclusione, nei pochi anni trascorsi dai primi obblighi per le aziende di curare gli aspetti energetici legati alla propria produzione, si è passati ad un'opportunità divenuta essenziale per conservare ed accrescere la competitività di mercato. Un percorso non più opzionale, ma imperativo.
E' noto come i costi energetici nell'ultimo triennio abbiano subito aumenti di notevole entità in modo repentino e non programmabile, in quanto legati ad equilibri che per decenni erano apparsi consolidati, ma che non lo sono affatto: una guerra o l'elezione di un presidente degli States possono provocare fluttuazioni improvvise del mercato dell'energia e, quindi riverberare negativamente sui costi operativi di un'azienda.
Il mondo produttivo può rispondere a questo stato di incertezza in vari modi. Può cambiare la sua produzione a favore di qualcosa di meno energivoro oppure, più semplicemente e spesso con investimenti non imponenti, migliorare l'efficienza energetica, vale a dire diminuire la quantità di energia che occorre per il singolo prodotto o servizio e mettersi in una situazione di maggiore competitività e di minore sensibilità rispetto alle variazioni del mercato dell'energia.
Per questo traguardo, i passaggi da compiere sono diversi. In Italia sono diventate obbligatorie le diagnosi energetiche aziendali a seguito della Direttiva Europea 2012/27/UE sull'efficienza energetica, che ha imposto agli Stati membri di adottare misure per migliorare l'efficienza energetica nei settori pubblici e privati.
In Italia, queste disposizioni sono state recepite dal Decreto Legislativo 102/2014, che ha stabilito gli obblighi di diagnosi energetica per le imprese di grandi dimensioni. Il primo obbligo imponeva di realizzare la diagnosi entro il 5 dicembre 2015.
Per molte aziende, quella è stata la prima occasione di individuare i punti del processo produttivo più critici e suscettibili di miglioramento. Il documento di diagnosi si concludeva proprio con l'indicazione dei miglioramenti più evidenti e consistenti che era possibile attuare e con la valutazione dei relativi costi e analisi economiche.
Ogni quattro anni la diagnosi va ripetuta per verificare la possibilità di nuovi miglioramenti e dal 1° gennaio 2018 sono stati resi obbligatori per le imprese energivore anche monitoraggi dei consumi energetici.
A questo punto, per chi è stato al passo e ha eseguito gli interventi migliorativi "basilari", si è aperta una strada ancora più allettante: l'Intelligenza Artificiale.
L'AI può giocare un ruolo fondamentale nel migliorare l'efficienza energetica di un'azienda, grazie alla sua capacità di analizzare grandi quantità di dati, fare previsioni precise e ottimizzare processi in tempo reale.
Qualche esempio. L'AI può essere utilizzata per monitorare e controllare i consumi energetici in tempo reale, ottimizzando l'uso dell'energia in base a variabili come la domanda di produzione e la disponibilità di risorse rinnovabili, ma può anche prevedere i picchi di domanda energetica, ottimizzando la distribuzione e riducendo il rischio di sprechi.
Può regolare automaticamente i sistemi di climatizzazione per adattarli dinamicamente ai cambiamenti nelle condizioni ambientali o nella densità di occupazione degli spazi.
Oppure, può gestire l'illuminazione in modo intelligente, accendendo o spegnendo le luci in base alla presenza di persone, all'intensità della luce naturale e all'orario del giorno o in base alle attività specifiche che si stanno svolgendo in una stanza o in un'area dell'azienda, garantendo al contempo un livello di illuminazione ottimale.
In modo ancora più stupefacente, l'AI può regolare i processi di produzione in modo da consumare meno energia nei momenti di bassa domanda, pianificando i carichi produttivi in base alla disponibilità di energia rinnovabile (ad esempio, quando c'è più sole per i pannelli solari) e, se l'azienda utilizza sistemi di accumulo di energia (BESS), può ottimizzare il momento in cui caricare e scaricare le batterie in modo da ridurre i costi energetici e migliorare l'efficienza complessiva.
Ultimo aspetto, ma non per importanza, l'AI può alimentare dashboard e report che forniscono una visione chiara dei consumi energetici, individuando aree di inefficienza e suggerendo possibili miglioramenti.
In conclusione, nei pochi anni trascorsi dai primi obblighi per le aziende di curare gli aspetti energetici legati alla propria produzione, si è passati ad un'opportunità divenuta essenziale per conservare ed accrescere la competitività di mercato. Un percorso non più opzionale, ma imperativo.

Fonte: Editoriale a cura di Luca Rubini - Esperto in energetica, professore di Impianti ad Energie Rinnovabili presso Sapienza Università di Roma, Segretario ATI
Settori: Ambiente, Efficienza energetica edifici, Efficienza energetica immobili terziario e commerciale, Efficienza energetica industriale, Intelligenza artificiale, Rinnovabili
Parole chiave: Efficienza energetica, Intelligenza artificiale per Efficienza energetica, Rinnovabili
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